lunedì 17 dicembre 2012

Un mondo che deve morire ... un mondo che deve nascere

Per quel che so la Nasa ha solo confermato che probabilmente ci sarà un grande oscuramento nel cielo il prossimo 21 dicembre, quindi niente paura, il mondo non finisce qui. Però qualcosa accadrà, anche di questo sono certa!
Guarda caso il calendario dei Maya si fermava al 21 dicembre, il giorno in cui, da tempi immemori, si celebrava il ritorno della Luce nel mondo, perchè si tratta, ancora oggi, del giorno in cui la luce del sole lentamente e sempre di più, progredisce, fino a arrivare al culmine del 21 giugno. L'evidenza di questo incedere si rendeva visibile nel cielo dopo almeno 4 giorni, il 25 dicembre, e grandi festeggiamenti venivano fatti in ogni cultura del pianeta da millenni. 
Io credo che qualcosa succederà e che sta già succedendo e non si tratta della morte del nostro pianeta ma casomai della morte di un mondo, il mondo in cui noi siamo abituati a vivere.
Deve morire il mondo in cui noi lasciamo morire noi stessi, 
deve morire il mondo dei privilegi che abbiamo conosciuto e che abbiamo paura di perdere,
deve morire il mondo in cui gli uomini cercano di avere ragione gli uni sugli altri e che credono di avere la verità in pugno,
deve morire un mondo in cui la politica, le religioni, i pregiudizi e le superstizioni dividono gli essere umani anziché unirli,
deve morire il mondo delle armi, dei carri armati, dei bulldozer e delle bombe, perchè non c'è bisogno di difendersi se non c'è attacco,   
deve finire il mondo dell'arroganza, dello strapotere, delle certezze assolute e dell'indifferenza,
deve finire il mondo in cui le donne hanno paura di rimanere sole o hanno paura dell'uomo che hanno accanto,
deve finire il mondo in cui le donne sono una contro l'altra e lottano per il favore del sultano,
deve finire il mondo degli uomini che vogliono donne progredite e poi pretendono mogli/compagne e amanti devote e succubi,
deve finire il mondo degli uomini che seppelliscono i propri sentimenti e vivono unicamente di raziocinio,
deve finire il mondo in cui i padri e le madri plasmano i figli secondo gli ideali che hanno in testa senza accettare la loro anima e il loro destino,
deve finire il mondo in cui pochi si arricchiscono e molti muoiono di fame o forse deve finire l'epoca dei soldi e deve ritornare quella del baratto,
deve finire il mondo in cui si ha paura delle proprie emozioni e di quelle degli altri, dei coinvolgimenti eccessivi, delle paranoie inutili e deve venire quella in cui impariamo a lasciarci andare davvero e a lasciare che l'altro sia ciò che deve essere,
deve finire il mondo della noncuranza che abbiamo per Madre Terra che finirà per ucciderci tutti,
deve finire il mondo in cui gli esseri umani valgono per quello che hanno e non per quello che sono,
deve finire il mondo in cui vendiamo il nostro Sè per compiacere e per essere accettabili,
e finirà di conseguenza il mondo in cui la moda ci dirà come possiamo essere belli, finirà quello dei contratti che ci garantiscono qualcosa, finirà quello delle pensioni assicurate e quello dei lavori a tempo indeterminato, delle borse che saltano e dei telegiornali venditori di fumo e orrori ....
E allora ... cosa ci resterà allora? Niente di concreto, niente di razionale, solo la fiducia nell'oggi e nel domani, nel sole che sorge e nelle nostre forze, la speranza che l'essere umano ha risorse illimitate e che, come è sopravvissuto sempre, potrà sopravvivere ancora.
Sopravviverà chi si saprà adattare, chi tra le macerie saprà ricostruire invece di stare lì a lamentarsi, chi si troverà unito a qualcuno con il cuore e con l'anima ma non lo vincolerà mai a sé, chi saprà trovare un gruppo di propri simili con cui condividere e collaborare, chi creerà comunità in cui il rispetto, l'empatia, il senso della responsabilità e l'Amore prevarranno su tutto.
Questo solo può essere il mondo che sopravviverà, perchè in questo, per come sta procedendo, non potremo fare altro che morire come mosche!

Lucia Aquilù Padovani





domenica 2 dicembre 2012

OGNI ABISSO E OGNI IMMENSITA'

Me ne stavo sulla torre di Serravalle ieri e guardavo l'orizzonte. 
Dall'alto tutto appare tanto diverso, le auto che passano, la gente, le case, le montagne, la natura ... tutto assume un'altra dimensione e cambia anche il paesaggio dentro di noi. Il tempo non era nemmeno invitante, ho dovuto tenere l'ombrello aperto per tutto il tempo, ma proprio per questo nessuno è venuto a rompere le scatole e io ho potuto ascoltare bene il mio cuore.
Mi guardavo intorno e ad un certo punto ho scorto il cimitero del paese e subito sono stata colta da una paura profonda che non era la paura di morire, ma la paura di non riuscire a vivere come vorrei.
Ho pensato a quante volte sono "morta" in questa vita e sono dovuta "rinascere", a quanti cambiamenti mi sono dovuta sottoporre; lasciare andare il vecchio per trovare il nuovo, toccare il fondo per risalire, battere delle dentate dolorosissime e rifarmi la bocca, mollare certe abitudini malate e reinventarmi ... oppure a quante volte mi sono ritrovata senza orecchie che avessero voglia di ascoltarmi o braccia che avessero voglia di stringermi solo per consolarmi, senza pretendere altro. 
Sentirsi sola. 
E quel senso di solitudine, quando lo conosci bene, diventa il tuo fantasma peggiore che non molla mai, e quel silenzio, che pare una voragine, cerchi di riempirlo in ogni modo possibile, anche con quello che ti fa solo star male.
Eppure c'è una paura, la più grande di tutte dentro di me adesso, ed è quella di non poter vivere fino in fondo ciò che io sono, di non poter "essere", di non saper assaporare con ogni parte di me tutte le occasioni che mi verranno concesse per la paura di smuovere questa piccola solidità che ho duramente conquistato. 
Osservare quel minuscolo cimitero dall'alto mi faceva vedere la peggiore delle morti: non avere l'opportunità di conoscersi per come siamo davvero, per il potenziale infinito che abbiamo detto, solo per non perdere il mondo che ci siamo costruiti. 
Qualsiasi cosa io possa essere, dalla santa alla prostituta, dalla guaritrice alla perversa, dalla luce del giorno al buio della notte, vorrei conoscere e dare respiro ad ogni parte di me, senza più avere paura di perdere qualcosa o qualcuno, perchè so che prima di tutto perderei me stessa e questa sarebbe la più grave delle morti.
Questo voglio adesso: smettere di giudicare o controllare quello che è bene e quello che è male perchè così è stato sancito dal mio giudice interiore e credere che esiste un luogo e un tempo, che solo io posso stabilire, per essere libera.
Da lassù sembrava possibile perfino poter volare e sembrava che le anime di quel cimitero mi implorassero gridando: "Sperimenta ogni tuo abisso e ogni tua immensità altrimenti non capirai mai perchè hai vissuto."

Lucia Aquilù Padovani








L’abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. 
Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portar le catene, a subir ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. 
L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza e quando scopriamo di averla addosso ogni fibra di noi s’è adeguata, ogni gesto s’è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.

(Oriana Fallaci)



giovedì 22 novembre 2012

Istruzioni per l'uso ... del corpo femminile!!!


Qualcuno prima o poi ne doveva parlare e allora parliamone!
Raccogliendo le testimonianze di molte donne in merito ai rapporti sessuali, ho notato che c'è un ritornello comune e cioè che il maschio afferma troppo spesso di essere informato sui gusti e le abitudini femminili in fatto di necessità erotiche, ma evidentemente non è proprio così! Certo se lui si mettesse in ascolto, se ci fosse una comunicazione assertiva, certi problemi non esisterebbero, ma questo accade troppo di rado, e quindi, un po' per vergogna e un po' per presunzione, si continuano a fare gli stessi errori di sempre.
Perciò … cari signori maschi, cominciamo col dire che la donna non è fatta solo di clitoride e punto G ma che ha molte zone erogene che esulano dalla fitta boscaglia che sta a metà del suo corpo! Per alcune sarà il collo e il seno, per altre interno braccia e cosce, per altre schiena e zona glutei, ma … cerca che ti ricerca … incredibile ma vero, il tesoro prima o poi si trova. 
Di sicuro mettere immediatamente le mani LI' non è molto corretto, anche perchè la donna ha bisogno, come dire, di prepararsi … per lei ritrovarsi questa piovra troppo spesso indelicata che manovra come un tir su una stradina di campagna, è come entrare in campo senza aver fatto riscaldamento … si possono fare dei danni!
Molte sono costrette a fingere orgasmi (in effetti da dati statistici il 50-60% delle donne fa questa ammissione) e quelle che sono sincere ed affermano che non sono riuscite ad arrivare all'acme vengono tacciate di frigidità! …
Per vostra informazione il piacere femminile non funziona come quello maschile. Certo può essere piacevole, eccitante e divertente fare anche una cosa “veloce” ogni tanto, quando c'è l'alchimia e il momento giusto, ma non aspettatevi orgasmi veri e soprattutto non aspettatevi che possa andare bene sempre!!! Lo sappiamo che il vostro pensiero e il vostro livello di attenzione viene annientato dalla funzione cerebrale di un altro genere di microcefalo, lo abbiamo capito che a voi piace essere presi d'assalto alla cerniera lampo … però, magari, se viene dato spazio e soprattutto tempo all'ascolto dei desideri femminili, non dovrete più lamentare di rimanere a digiuno troppo spesso o di soffrire di mal di testa molto strani!!!
Il sesso è l'unica cosa che non ci hanno ancora tassato ... per ora il “contacolpi” come al telaio non ce l'hanno messo (e non spargiamo troppo la voce altrimenti lo fanno sul serio), quindi, visto che non ce lo può rovinare nessuno, non lo roviniamo noi per eccesso di disattenzione, di ignoranza o di frettolosità!!! Che avete inteso?????


lunedì 12 novembre 2012

La Donna Selvaggia ...


Chi è la famigerata “donna selvaggia”?
Riflettendo sul libro “Donne che corrono coi lupi” e ascoltando dentro di me il richiamo della Donna selvaggia sopita, sono arrivata a questa conclusione.
L'etimologia stessa della parola ci rimanda alla “selva” e quindi alla foresta, ai boschi, in cui l'animale, quello che è ancora vivo dentro di noi, corre libero. Essa è quindi il nostro essere primitivo, distaccato dai condizionamenti della civiltà, sia moderna che antica, e che, non avendo parametri di riferimento, può essere se stessa.
Questo genere di donna vive di istinti e di intuito come il lupo, sa ascoltare la propria natura e la natura che la circonda e digrigna i denti quando viene violata la sua tana o la sua cucciolata. Non sa cosa siano gli ideali che sono stati imposti e che continuiamo ad indossare come vesti monacali. È colei che sente le proprie necessità e le rispetta perchè non deve assomigliare a niente e a nessuno: nessuna verginità mariana le è stata imposta, nessun concetto di purezza o di eterna prigionia mentale la condiziona, nessuno standard di bellezza la trasforma, nessuna ossessione di avere ruoli o poteri maschili la divora, nessun processo di dominio le infonde paura o le fa temere la vergogna o l'abbandono. Certo la vera Donna non può essere più “bambina” egocentrica, non può sentirsi nuda e abbandonata se non ha un maschio vicino o se non ha la sua approvazione … non può più temere l'emarginazione, perchè ama la sua vera natura e quello che è!
Lei vive nella sua selva, che a tratti può essere oscura, spaventosa, impervia, ma anche affascinante e grandiosa, come ogni avventura degna di essere chiamata tale. La sua vera attrattiva sarebbe proprio quella di essere indomabile, sarebbe quella la sfida che dovrebbe affrontare il maschio per conquistarla. Invece ancora oggi maschi e femmine si rincorrono con maschere, ancora oggi sono marionette i cui fili vengono manipolati dalle “usanze”, dalle “apparenze”, che vogliono solo schiacciare la parte più intima e profondamente tenace della nostra natura più vera.
Il mio cuore, il vostro cuore femminile, chiede di ritornare a quella perduta forza, a quel prezioso potere che potrà restituirci la nostra dignità e consentirci quindi di affrancarci dalle catene della schiavitù. Da questa trasformazione ne gioveranno tutti quanti, uomini e donne, che potranno essere davvero se stessi, liberi dal senso del possesso e dal bisogno di trasformare l'altro in qualcuno che non esiste se non nel proprio ideale malato.
Stimolate il vostro immaginario, date spazio alla vostra fantasia, liberatevi dalle scarpe e ricominciate a danzare intorno ai fuochi con i piedi nudi, perchè tra le prime necessità della natura selvaggia c'è il bisogno di risentire Madre Terra e di perdersi in Padre Cielo …
Che il nuovo avvento ci aiuti a ritrovare il nostro sguardo, il nostro cuore impavido e la nostra dignità di donne selvagge.



giovedì 8 novembre 2012

Maschio latino


Ma quanto son buffi i maschi latini
ovvero quelli che si credon “Valentini”.
Sapienti amanti per diritto e per nascita
con un'ignoranza in esponenziale crescita.
Mi riferisco a quelli che: “sotuttoio!”
e i danni che fanno lo sa solo Iddio!
Son quelli che pensano che il piacere
consista già e proprio nel poterli avere,
e che il sol fatto di donarti il loro “bene”
sia il più potente rimedio a tutte le nostre “pene”.
Son quelli che si vantano e raccontano
di donne che urlano e che piangono
che lasciano stremate dentro il letto
dopo tutto quell'immane diletto.
Son quelli che del punto “G” hanno la mappa
e non c'è punto di sorta che gli scappa,
conoscon tutti i trucchi del godimento
su cui mettono il loro fascino a condimento.
Poi ti capita di parlar con l'altra parte
che, ahimè, mette in tavola altre carte
e che descrive tutto quel tripudio
come un misero autogol allo stadio.
Carino insomma, a tratti anche piacevole
ma senza tutto quel gran convenevole.
Ricorrendo alla loro fantasia sfrenata
riescono a raggiunger la meta osannata,
ma non lo fanno con l'uomo “dell'incanto”
piuttosto con il vicino della porta accanto.
A questi uomini vorrei dire con compassione
che c'è un solo trucco per viver con noi la vera passione
ed è quella di lasciarsi dalla donna guidare
alla ricerca del vero e profondo piacere.
Solo se gli uomini impareranno a mettersi in “ascolto”
ci saranno in giro meno corna e maggior “raccolto”!




Esser donna


Esser donna oggi è un mestiere
più duro che fare il carpentiere,
è come stare in bilico perenne
sulla grande Fossa delle Marianne.
Non ti puoi permetter d'invecchiare
non puoi godere nel mangiare
devi avere il ventre piatto
e, se non ce l'hai, un bel seno rifatto.
Devi esser sensuale e lasciva
e mantenere viva l'attrattiva,
poi vestire come moda comanda
portando fra le mele la mutanda.
Devi lavorare per guadagnare
ma bambini non dovresti fare
e se ti capita una difficile gestazione
al rientro trovi pure qualche scorpione.
Devi esser moglie tenera e disponibile
madre accorta ed attendibile
cuoca perfetta e fantasiosa
colf che corre e mai riposa.
Devi trovar spazio per la palestra
perchè il corpo non paia una minestra
e non sia mai che manchi il tempo
per le relazioni e il divertimento.
Se non ti concedi fai la preziosa
se lo fai sei “bocca di rosa”
e se non calibri la comunicativa
rischi di parer subito oca giuliva.
In tutti questi ruoli e le sue peculiarità
c'è una sola persona con la sua umanità
che se solo si azzarda a pretender rispetto
mette i calzoni e diventa un maschietto.
E' una vita sempre sui tacchi alti
sempre attenta alle aspettative degli altri,
e guai se perde la pazienza e sbarella
perchè allora diventa anche isterica e zitella.
Io son donna e non sono una marionetta
e son stanca di esser per tutti perfetta,
perciò sapete signori cari cosa vi dico?
Che alla prossima voglio rinascer pappafico!



Nutrirsi di emozioni ...

Le persone divorano emozioni come se fossero popcorn ... Non si accorgono nemmeno di quello che ingurgitano e lo fanno solo per "gola". 
Non c'è nessuna attenzione a quello che accade, all'altro, a godersi fino in fondo il momento, ma il bisogno di colmare dei vuoti che non devono essere ascoltati. L'emozione diventa adrenalina allo stato puro e in quel momento si carpisce energia a qualcuno, la si divora come se si digiunasse da giorni, si beve dal suo calice tutto ciò che è possibile per sentire l'energia della vita!
Un suo sguardo, una sua parola, una carezza, un abbraccio, l'affetto che sente per l'altro e anche la sessualità possono diventare mezzi per nutrirmi ma non per provare l'essenza del vero piacere, non per godere della gioia! 
E' su questo che si basa il senso del potere: nel possedere l'energia e la volontà di qualcun altro. E' su questo che si basano le guerre, gli abusi e le violenze e finchè l'essere umano non riuscirà a trovare energia dentro se stesso questo "divorare" non finirà mai. 
Le emozioni sono una cosa straordinaria, io stessa me ne nutro, ma sono le mie, non quelle di qualcun altro. Se io, senza che l'altro sia consenziente, cerco di mangiare, di controllare, di manipolare o condizionare la sua energia mi ritrovo con un grande senso del potere, ma anche con una strage di corpi e di anime intorno a me.
Tutto cambia se sono io a decidere quando e come donare energia, con e attraverso l'amore che ho dentro; se io decido non di essere "pasto" ma fonte a cui abbeverarsi, allora ci potrà essere uno scambio reciproco e niente verrà distrutto, piuttosto verrà amplificato. 
Nel momento in cui io riesco ad essere proprio il "calice che trabocca" l'altro potrà togliersi la sete ma dovrà consentire contemporaneamente a me di bere la sua energia. Solo allora ci sarà un avvicendamento e ogni essere umano ne trarrà beneficio.
Godetevele le emozioni, non le divorate e soprattutto non accaparratevi quelle dell'altro, perchè anche se vi danno un nutrimento momentaneo, presto si esauriranno e vi lasceranno solo con una manciata di popcorn e la bocca arsa dal sale! 


  

giovedì 1 novembre 2012

L'indifferenza assassina ...


Il vero contrario dell'Amore non è l'odio, è l'indifferenza!
Da qualunque angolazione si guardi la cosa, che parliamo di rapporti umani, sociali o planetari, l'indifferenza è il grande distruttore.
In effetti l'odio è solo una distorsione dell'amore. È un amore arrabbiato, ferito, deluso, che era pieno di aspettative e che è stato “tradito”, ma quando si odia siamo ancora legati con un bel doppio nodo scorsoio a quella persona o a quella situazione, continuiamo a darle energia e questo dimostra che non siamo disposti a lasciarla andare. Sì perchè l'odio ci fa sentire meno soli e ci consente di avere una scusante per rimanere ancorati ad un passato che non esiste più.
Se invece volete “uccidere” un amore, un'amicizia, un credo, e perfino il nostro pianeta usate l'indifferenza. Peggio di quello non esiste niente!
Non usate l'empatia, non domandatevi mai come possa sentirsi “l'altro” in certe situazioni, non provate mai a guardare il mondo con i suoi occhi, non domandatevi in nessun caso quali sentimenti possa provare o se si sente distrutto o abbandonato o ferito. Non soffermatevi mai a riflettere su come funzionano le cose nel mondo, come potreste cambiarle in meglio, quali danni portano certe disattenzioni e a chi. Non chiedetevi quello che potreste dare di meglio, come potreste rendere voi stessi e gli altri più felici, quali sono le cose che vi mancano e quelle che non volete più. Non ponetevi questioni sul perchè esistono certi assolutismi, certi soprusi e certi dogmi intoccabili. Non chiedete cosa vogliono vendervi, compratelo e basta!
L'amore, quello vero, quello che sente compassione per ogni essere, per ogni persona, per ogni situazione, per se stessi, richiede un impegno importante e solo pochi sono capaci di dedicarvisi. Il problema è che qualsiasi “attenzione” manchiamo di avere, essa si rivolterà proprio contro di noi, perchè quando non c'è questo genere di amore, non saremo mai capaci di portarlo nella nostra vita.




martedì 23 ottobre 2012

Rompete le catene che vi rendono schiavi .......

Non fatevi mai dire da nessuno quello che potete o non potete fare.
Non fatevi mai dire quello che siete e come dovete essere.
Non permettete che pieghino il vostro Io più profondo, che vi insegnino quello che va bene e quello che non va bene per voi.. 
Il vero e unico segnale di disagio ve lo darà proprio la vostra anima, basta saperla ascoltare. Lei vi suonerà mille allarmi per farvi capire che le vostre azioni, o le vostre parole, o i vostri pensieri non vanno affatto bene per voi. 
Non esiste un bene o un male assoluto, esiste quello che va bene o male per noi e questo è soggettivo. Se io ho rispetto per me stesso e per ogni essere vivente non ho bisogno di "sensi di colpa" o di "condizionamenti". Per vivere in pace in questo mondo basterebbe imparare a mettersi nei panni dell'altro, guardare con i suoi occhi e inchinarsi alla sua umanità, ma siamo ancora ben lungi dal farlo.
Dalla nascita noi tutti siamo condizionati e manipolati dalla cultura, dalla religione e dalla famiglia, perchè la paura di non far parte del branco, o che il figlio non possa essere accolto dalla comunità vince sulla libertà. Gli schemi educativi si ripropongono e si ripetono incessantemente, di padre in figlio, di madre in figlia ... passano nel DNA, scorrono nel sangue, si formano insieme agli organi interni. 
Nella nostra mente ci sono miliardi di ostacoli invisibili che non danno tregua e che agiscono in sordina. Le nostre paure ci attanagliano e si intrecciano al bisogno di sentirsi amati e accettati.
Ma se non diamo respiro a quello che noi siamo davvero, a quello che potenzialmente avremmo potuto essere, non ci sarà né tregua, né serenità ... sia per noi, sia per chi ci sta accanto e non arriveremo mai al benessere. 
Per questo vi dico che ogni volta che vi diranno che una cosa è impossibile, ogni volta che farete un passo considerato azzardato e  vi diranno che siete pazzi, ogni volta che sarete propensi ad accogliere il vostro Sè e vi diranno che rimarrete soli, abbiate il coraggio di spezzare le catene e andare per la vostra strada. State certi che chi vi ama davvero e profondamente vi seguirà, o vi aspetterà, ma in ogni caso accetterà le vostre scelte. Tutti  gli altri saranno solo nel possesso, nella  gelosia, nel panico o nell'invidia e farete loro del bene se gli mostrerete che "vivere" è una cosa assolutamente possibile!
Buon viaggio a tutti ........


mercoledì 17 ottobre 2012

Non fate solo "per fare" ....

Spesso, anzi quasi sempre, quando arriva un'emozione che consideriamo negativa, quando c'è qualcosa che non va nella nostra vita, quando il silenzio o il vuoto che sentiamo dentro prende il sopravvento e ci spaventiamo a morte, invece di fermarci un attimo ad ascoltare, iniziamo a "fare" ...
Agire è sempre molto importante! Io baso i miei incontri sempre e comunque su degli esercizi pratici proprio perchè le persone capiscano che per uscire da certe situazioni complicate è necessario, come si suol dire: "mettere le mani in pasta"!!!
Ma c'è una grande differenza tra fare a caso e fare con discernimento.
Se io faccio "purchè sia", solo perchè voglio tenere occupata la testa in altro (cosa che peraltro accade difficilmente), alla fine di quel lavoro o gesto insensato, mi sentirò ancora peggio perchè non avrò dato valore né a me, né a quel tempo che è trascorso nel nulla assoluto.
Per avere un risultato efficace è necessario SCEGLIERE cosa fare e per poterlo scegliere devo però imparare a fermarmi per capire cosa amo davvero, cosa mi realizza come persona, cosa mi potrebbe dare, in quel momento, una vera carica positiva.
Lo so che fermarsi sembra tanto difficile e che si attiva subito quel "movimento purchè sia", assolutamente nefasto, che distrugge ancora di più la nostra creatività. E' quello il diavoletto tentatore che ci fa mettere continuamente qualcosa in bocca perchè dobbiamo riempire un vuoto interiore, oppure che ci fa pulire forsennatamente casa perchè non si è mai abbastanza splendenti, o che ci fa buttare a capofitto nel lavoro ... magari anche un lavoro che ci fa proprio schifo!
Se proprio non riuscite a stare fermi, cosa che sarebbe in certi momenti auspicabile per capire che succede, almeno scegliete cosa fare affinchè quel tempo non sia inutile e soprattutto perché sia soddisfatta la vostra creatività!
Fate qualcosa che vi piace, che vi dia soddisfazione, che vi aiuti a scaricare la vostra ansia o il vostro dispiacere ... il trucco è che deve essere qualcosa di costruttivo: non è necessario che sia qualcosa di "grandioso", è sufficiente una cosa assolutamente semplice ... basta che sia piacevole per voi. Che siano 5 minuti, o 30 o un'ora decidete come volete passare quel tempo.
Perfino in automobile, mentre si guida, quando il cervello prende in genere il sopravvento, è possibile fare qualcosa ... cantare anche se si è stonati, urlare a squarciagola finchè non ci si sente scaricati o parlare fra sè e sè in un dialogo costruttivo.
E' da pazzi secondo voi? Mah ... sarà più da pazzi consumare il tempo della nostra vita in cose che ci danneggiano o in cose che ci aiutano a stare meglio? E se qualcuno vi dovesse far notare qualcosa, o vi dovesse muovere una critica distruttiva, ditegli pure da parte mia che pensi alla trave nel proprio occhio, che alla pagliuzza nel vostro ci pensate da voi!!! ;-)



venerdì 21 settembre 2012

DIARIO DI BORDO - MARE MOLTO MOSSO!


Ci sono vacanze che ti ricordi per la bellezza dei posti che hai visitato, quelle che si sono distinte per il divertimento, quelle che ti hanno offerto il massimo del comfort possibile e poi quelle che ti hanno costretto ad un viaggio doppio: quello fisico e quello negli scantinati della tua mente. Quasi sempre è un viaggio triplo perchè le emozioni che si fanno sentire come bulldozer (in certi momenti) vengono sempre da odori e situazioni già vissute, e se la nostra percezione all'epoca è stata negativa, non c'è niente da fare, scatta l'allarme interiore!
Per questa vacanza io sono partita con l'allarme che suonava come una band di rockettari per rendere l'idea. Vi è mai capitato?
L'idea iniziale è di andare a rigenerarsi, riposarsi, divertirsi ecc. ecc., ma via via che il giorno “X” arriva monta l'ansia e vorresti non aver mai dato inizio a quella giostra.
Non fate caso ai luoghi comuni per cui “deve essere bello perforza andare in ferie” … Capita a tutti e per motivi diversi che arrivino partenze che non vorresti, o su cui ci sono aspettative eccessive o che sai essere delle “prove”.
La mia vacanza era partita in modalità “incendio attivo – allarme rosso”!!! E non era un gran bel segno …
Ci sono cose che riappaiono o ti crescono dentro d'improvviso, senza che tu te ne accorga, che poi scoppiano per una banalità, mentre siamo distratti da altro; io avevo sottovalutato quella cosa dentro di me finchè ovviamente non mi è esplosa in faccia.
I primi tre giorni sono stati un inferno e mi sono lasciata sommergere completamente dalle emozioni negative, mi sono lasciata soffocare dall'angoscia e sono sprofondata nelle mie personalissime sabbie mobili. Avrei potuto scegliere a quel punto di rendere la vacanza di mio marito un incubo ed invece non l'ho fatto perchè ho pensato che fosse giusto che un problema mio me lo dovessi vivere senza rompere le scatole a nessuno.
STARCI DENTRO! Questa era la parola d'ordine … ci devo stare dentro e per davvero se voglio capire. Niente voli pindarici, niente fantasie, nessuna colpa da attribuire ad altri … Vivere nella responsabilità della propria vita.
E dopo tre giorni, come Lazzaro, come Gesù Cristo … dopo tre giorni ho iniziato ad intravedere la luce, a risentire la voce del cuore, a vedere le cose con occhi nuovi.
Tre giorni nelle caverne, tre giorni a guardare gli scheletri, a parlare con i fantasmi che non se ne vogliono andare, ad ascoltare i propri dèmoni che continuano a torturarti … tre giorni per rinascere a qualcosa di nuovo.
È difficile stare dentro a qualcosa che fa tanto male e tre giorni, quando sembra che ti manchi anche il respiro, sembrano un'eternità, ma è l'unica soluzione possibile per capire davvero, per trovare la fonte di quello che nella vita “crea morte” dentro di noi, senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Alla fine di quei tre giorni mi sono accorta di aver consolato il mio Io bambina che stava lì in disparte, spaventata e in silenzio ... ero talmente occupata dal "togliere" da non riuscire a vedere quello che invece era da accogliere, da rassicurare, da coccolare: in quel buio interiore, lei e io siamo rimaste abbracciate finchè non è spuntato nuovamente il sole.
“Avrò risolto stavolta?” Questa è la domanda che ci facciamo dopo. “Sarà finita questa tortura?” Forse sì, forse no … non mi faccio più condizionare dalle maledette aspettative, però dai … se non altro stavolta ho dato una bella ramazzata e ho tolto le ragnatele … qualche altro scalino con lei per mano l'ho fatto ... a qualcosa sarà pur servito!!!


martedì 4 settembre 2012

AL DIAVOLO CHI DECIDE COME DOBBIAMO ESSERE ...

Chi decide la nostra bellezza?
Chi decide quando e come dobbiamo sentirci in pace con noi stesse?
Nonostante tutti i ripetuti richiami a quello che è sempre stato il vero modello femminile, ovvero"morbido", ancora siamo vittime di un clichè che ci vorrebbe obbligare ad essere in un altro modo: magrissime, bellissime, giovanissime e fighissime. 
Questo è il mondo della moda, della cosmesi, della chirurgia estetica ... del glamour.
Ma cosa significa "galmour"? La parola che oggi ha assunto il significato di "affascinante", in passato voleva indicare "l'inganno" cioè il rimanere attratti da qualcosa fatto di sola apparenza; qualcosa di ammaliante, di seducente ma che non ha nessuna consistenza reale! Insomma un incantesimo malefico ...
E questo è quello che fa il mondo del "glamour"! Attira le persone (donne in prevalenza ma oggi anche uomini) a tutto ciò che luccica e che brilla ma che oro non è.
Questi imperi commerciali, questo mondo di sapientoni in materia di eleganza, è dominato da 10 o 15 capoccia, in prevalenza uomini, che non amano affatto la donna per come è sempre stata ma che cercano, da sempre, di trasformarla in un "maschietto" senza curve. Il perchè ce lo possiamo anche immaginare ... 
Quello che fa imbestialire è che noi ci siamo dentro fino al collo e ci facciamo ancora ammaliare da questo inganno senza opporvi nessuna resistenza. L'unica cosa che riusciamo a fare è soffrire, arrabbiarci o vergognarci della nostra "inadeguatezza" perchè così cercano di farci sentire: sbagliate, goffe, brutte e penose. 
Ma sono davvero loro che possono decidere come deve essere una donna che ha fascino? E sono davvero loro che possono dirci come deve vestire una vera donna? Quale taglia deve portare? Come può essere elegante? No ... il fascino non è una cosa che si compra in una boutique! Il fascino è qualcosa che si coltiva dentro se stessi, prendendosi cura della propria anima. 
Io sarò tanto più affascinante quanto più sarò sicura di me stessa; il mio fascino aumenterà nella misura in cui saprò accettare le mie curve, le mie rughe e le trasformazioni del mio corpo.
Sarò affascinante quando saprò amarmi e accettarmi e diventare quindi consapevole di tutte le mie potenzialità, ivi compreso il mio eros.
Per mandare a quel paese questi sapientoni basterebbe farselo da sole l'armadio! Cucendosi da sole i vestiti e andando a testa alta ogni volta che li indossiamo ...
A loro resterebbe solo di cucirsi la bocca e anche qualcos'altro ... il cosa lo lascio alla vostra fantasia!!! 

Lucia Aquilù Padovani

martedì 28 agosto 2012

CHE SI FA FINITA CON QUESTI PRINCIPI AZZURRI???

Ma la vogliamo far finita noi donne con la storia del Principe Azzurro?
Ce ne siamo accorte o no che è una sciocchezza e che non esiste nessun Principe che arriva sul cavallo bianco e che ci "salva" dalle nostre disgrazie o dalla nostra disgraziata vita? 
Non che, e raramente, non ci sia un "cavaliere", gentile, attento, magari anche romantico, ma da qui a dire che sia "Principe" ce ne corre!
Fin da piccole ci siamo identificate con la sindrome di "Cenerentola", "Biancaneve", "Bella Addormentata nel bosco" ecc... ecc... dove, guardacaso, c'era sempre una strega invidiosa a fare la parte della cattiva ... E te credo! Basta che entri un maschio in mezzo ad un gruppo di donne che subito tutte ci mettiamo a sfoggiare la nostra grazia per far piazza pulita della eventuale concorrenza. 
E così ancora siamo lì ... a mordere mele avvelenate, a bucarci con i fusi degli arcolai, a piagnucolare per delle "sorelle" cattive e a scappare nel bosco perchè non siamo abbastanza coraggiose da affrontare i nostri "fantasmi" del bosco. 
Ancora a farci concorrenza, ancora a sperare che qualcun altro sguaini la spada in nostro favore ... Tutto questo mentre il maschio gongola sornione ...
Ma quanti secoli son passati? Una trenata ... e noi ancora divise tra quelle che sono, o vogliono essere: streghe, acide e zoccole, oppure: vittime, sottomesse e sante. Roba da rincretinire!
Eppure non c'è nessuna divisione perchè anche quelle che fanno tanto le sante vittime usano i sensi di colpa per piegare gli altri al loro volere e quelle che fanno tanto le pettegole libertine poi si fanno venire l'ulcera, per la rabbia di non essere amate come vorrebbero. 
Care mie, se non l'aveste capito, se non ci salviamo da noi stesse non ci salva nessuno! E credo anche che debba essere così ...
A noi spetta il compito di salvarci dai nostri stessi schemi comportamentali e dal nostro stesso tormento ... A noi spetta di salvare la femminilità, quella vera, non quella fasulla che ci fa venire gli attributi e ci fa comportare da maschi, ma quella che è insita nella Donna con la D maiuscola, la grande forza dell'Amore. Ma se non ne abbiamo abbastanza per noi stesse, se non abbiamo abbastanza compassione per il nostro stesso sangue, come possiamo credere che ce l'abbia qualcun altro?
Montate sul cavallo bianco e lasciate gli abiti della bambina per indossare quelli della Donna ... ci son tanti esseri umani che hanno bisogno di essere salvati; le prime siamo noi e poi ci sono anche i Principi Azzurri!!!

Lucia Aquiù Padovani


giovedì 9 agosto 2012

IMPARARE A LASCIARE ANDARE ...

Ma quant'è difficile lasciare andare? Aprire quella mano e mollare quello che tratteniamo con tanta determinazione, anche quando sappiamo benissimo che non c'è altra soluzione, anche quando sappiamo che è per il nostro bene ... continuiamo a tenere stretto quel pugno e mille energie se ne vanno e la paura si alimenta ancora di più.
Può essere una persona, una cosa, un'idea ... più che altro si tratta dell'illusione che ci eravamo creati in testa, delle aspettative che avevamo alimentato con tutte le nostre forze. E' l'immagine di una favola e in quell'immagine ci abbiamo investito quasi tutto. 
E mentre la roulette gira noi cerchiamo di ignorare tutti i segnali che chiaramente ci dicono che il numero su cui abbiamo puntato il nostro futuro non uscirà, perfino quando la pallina si è fermata e vediamo che la fascia di numeri è un'altra e vediamo anche che il colore è un altro,  continuiamo a sperare che quella maledetta faccia un salto improvviso e si posizioni là ... dove c'è il nostro cuore, i nostri desideri e le nostre speranze. Anche la mente sapeva che quella puntata era azzardata, anche la logica ce lo diceva ... La vita è un bel rischio e specialmente a noi donne il rischio piace tanto, sembra che senza rischio non possiamo vivere! 
Ma quel rischio non proviene da un gran coraggio piuttosto dalla paura dell'abbandono e almeno di questo ne dovremo prendere coscienza. Tutti soffriamo questo spettro, maschi e femmine, solo che, come dicono gli esperti, gli uomini vengono incanalati verso l'indipendenza, gli viene fatto credere fin da piccolissimi (ingannandoli) che loro sono forti, che non devono piangere e che non hanno bisogno di nessuno. Alle donne, invece, s’insegna la dipendenza e ci crescono dentro questa educazione. Il loro valore lo si misura dalla dedizione, dall'accondiscendenza, dalla sudditanza. Siamo brave quando non pretendiamo, subiamo e restiamo in silenzio, siamo brave se mettiamo i bisogni dell'altro prima dei nostri, se rinneghiamo la nostra personalità, se non abbiamo "grilli per la testa", se non tradiamo. Il problema è che questo giochino lo abbiamo imparato bene e non ci limitiamo più  ad essere dipendenti quando vogliamo essere scelte, ma ci restiamo avviluppate dentro come una preda nella rete del ragno anche in seguito.
E ogni volta che il sogno finisce è la stessa storia. E' come se una voce sottilissima volesse gridare all'altro: "Ma perchè non mi ami? Ho fatto tutto quello che potevo per farmi amare da te ... perchè allora non mi ami?" La risposta sta nel fatto che non abbiamo dato dignità a noi stesse fin dal primo momento, forse abbiamo finto, anche ingenuamente, di essere quelle che non eravamo, forse anche l'altro ha fatto lo stesso, proprio per paura di non essere abbastanza piacevoli ma l'inganno durerà per poco tempo e prima o poi quello che deve essere sarà, nonostante tutti i nostri sforzi. Spesso, anzi sempre, si affaccia la rabbia, potente come uno tzunami, che cerca di divorare tutto e la cosa buffa è che quella rabbia riempie il vuoto e che se la togli di mezzo non potresti che guardare quella voragine che c'è e prenderne coscienza.
Magari dovremmo imparare a vedere quello che sta accadendo non come un abbandono ma come un "ciao", vedere quella persona come un figurante che è passato nella nostra vita per insegnarci qualcosa e per apprendere qualcosa, a vederlo come quello che ci ha fatto capire quale pezzo di puzzle mancava nella nostra vita e ce lo ha fatto mettere a posto, anche se il pezzo non era lui. Anche questo è amore, un grande amore, perchè serve più coraggio e più capacità di amare per lasciare andare che per trattenere ... 
Eppure quanto dolore e quanta malinconia si sentono nel cuore per quello che non è stato e per quello che avrebbe potuto essere ... è quel sussurro che si eleva dal profondo e che non riesce ad evitare di dire: "Mi dispiace tanto ...."


martedì 7 agosto 2012

RICOMINCIO DAL SECONDO CASSETTO ...

Spesso si dice "Comincio da lunedì", perchè la domenica è il giorno in cui ci si lascia andare, è il riposo da qualsiasi impegno, mentre il martedì non è indicato perchè anticamente si diceva non portasse bene (nè di venere nè di marte non si sposa nè si parte) ... Ma questa per me non è una partenza è piuttosto un riavvio ... come quando si fa lo stop ai box per il cambio gomme e per dare un'occhiatina al problema che si è verificato al motore e poi via ... di nuovo in pista.
Ieri è stata una giornata di Stop, decisamente lo è stata, perchè quando arrivi a urlare da sola in auto, beh ... qualche problemino c'è eccome. Una rabbia furibonda mi stava possedendo come un demone e io dovevo "spurgare". Continuavo a ripetere: "Non voglio diventare cattiva, perchè vuoi che diventi cattiva?" osservando il Cielo.
So per certo che l'Universo d'Amore in cui credo, non ci giudica nè buoni nè cattivi, perchè questa divisione per loro non esiste ... però si saranno scompisciati dalle risate di fronte a questa affermazione. Cercavo risposte come un disperso cerca la strada di casa .. e poi ieri sera improvvisamente è scesa la quiete quando ho "ascoltato" e quando ho capito che quell'inferno me lo stavo creando io perchè non volevo cedere, perchè mi stavo letteralmente facendo strangolare dall'orgoglio, perchè non accettavo le mie debolezze. 
Mi sono accorta che non mi stavo concedendo quell'errore e che avrei voluto rimettere indietro l'orologio e il tempo per cancellarlo perchè IO NON DOVEVO SBAGLIARE ... no, non così, non in maniera così sciocca. Io e il mio Ego ... io che, paradossalmente, aiuto gli altri ad accettare la loro umanità ed i loro limiti non stavo, di fatto, accettando che potevo aver preso una cantonata ma che era anche stato istruttivo prenderla.
E allora ... è stato un attimo ... ho lasciato andare ... ed è stata una sensazione incredibile. Mi è sembrato di volare, di tornare a respirare di nuovo; le spire che mi stavano avviluppando in una presa mortale si erano sciolte ed io ero tornata ad essere libera. E' bastato dire: "Non lo voglio più questo orgoglio ferito" ... è bastato sentirlo nel cuore e in fondo alla pancia questo aprire la mano per lasciare andare, è bastato mollare quel velo nero per vederlo diventare in aria tutto colorato, per vedere la straordinaria bellezza di quello che era diventato, di quello che ero riuscita a fare. 
E alla fine di serata, dopo una lunga giornata difficile da gestire, un amico mi ha anche detto: "Lucia, fai conto di avere un cassettone: nel primo cassetto mettici le cose importanti: i tuoi valori, i tuoi sentimenti, le tue amicizie, i tuoi amori, ma nel secondo cassetto mettici i giocattoli e quando il primo diventa troppo pesante chiudilo un attimo e apri il secondo ..."  e allora ho pensato ... Da domani si ricomincia anche a giocare ... si ricomincia dal secondo cassetto ... anche se è martedì!



lunedì 6 agosto 2012

QUANDO SI IMPARA AD AMARE DAVVERO ...


Eccola lì … è sempre lei, la stessa che ha voluto dare fiducia un'altra volta, la stessa che ha voluto credere ad un'illusione, la stessa che ha voluto credere alle bugie anche quando le bugie erano palesi. E' la stessa che non riesce a lasciare andare, che non sa dire basta quando è il momento giusto, che si aggrappa ad una parola, ad uno sguardo, ad un sorriso, ad una carezza perchè vuole essere amata, vuole che lui la ami, vuole che condivida i suoi sogni e che magari la porti via su un bel cavallo bianco.
Una serie di idiozie che sembrano sempre uguali a se stesse.
Anche le donne tradiscono, deludono, lasciano, ma quando dicono basta non illudono più perchè lo sanno bene cos'è l'illusione.
È quella cosa bastarda che vela tutto, anche le cose più palesi, anche quelle più clamorose. È quello che ti fa dire: “Ma non sarò stata troppo cattiva?” per tornare indietro e ripartire un'altra volta dallo stesso punto di partenza. Un ciclo continuo che uccide.
Il maschio in genere, di fronte all'abbandono, diventa freddo, vendicativo, arriva perfino ad odiare le donne e cerca di punirle in un modo o nell'altro. Le apostrofa con il termine “puttana”, non si lega più per il timore di soffrire di nuovo ed il cuore lo chiude a chiave.
La donna di fronte all'abbandono non si arrende, continua a sperare, si attacca come una cozza allo scoglio, diventando vulnerabile, prevedibile, malleabile e perfino noiosa. Lo vede dappertutto, lo cerca, lo annusa nell'aria, lo sogna e non perde occasione per recriminare su quello che ha fatto e come lo ha fatto. Si punisce per non essere stata abbastanza perfetta, per non essere riuscita a “tenerselo stretto”. E anche quando se lo è preso, ma ne conosce perfettamente l'indole, fa finta di non vedere, di non sentire, di non capire …. cerca ancora di essere perfetta.
Eppure se lei si mettesse ad osservare bene lo saprebbe che non perde niente di che. A volte sono brutti ma fascinosi, altre volte sono torti dentro e fuori ma simpatici, altri sono bellissimi ma vuoti come zucche, altri sono sapienti ma arroganti e prepotenti … tutti quanti spaventati dalle emozioni e dai sentimenti in assoluto. Anche i migliori, anche quelli che hanno una bella anima, sono spaventati a morte dal coinvolgimento e ricorrono sempre al loro benedetto raziocinio, la logica imperante, dove non c'è posto per nient'altro che la severità. Eterni figli anche quando si sposano o diventano padri.
E lei … eccola lì, a piangere, a imprecare dalla rabbia, con il mal di stomaco e di testa perchè non sa rispettarsi ed amarsi abbastanza, quel tanto che basta per ritornare nella sua dignità umana. È lì, ad aspettare il prossimo turno, lo stesso treno o un altro treno simile, che le ricorderà ancora una volta che non si arriva a niente se non si parte da se stessi, che non si avrà l'Amore finchè saremo nel “bisogno di amore”, in quella maledetta dipendenza affettiva che non fa altro che creare cordoni che non si tagliano mai … e quando risuccederà, quando si ripresenterà la stessa situazione sentiranno dentro un rancore esagerato, il rancore per non essere state amate, che non è altro che lo specchio del “Non Amore” che non hanno ancora raggiunto in se stesse, per se stesse.
Quando si impara ad amare davvero si parte da sé a farlo e non per un intento egoistico, ma per arrivare a “riempirsi”, per convivere bene con la propria anima anche nella solitudine. Allora e solo allora il cuore traboccherà a tal punto che potremo dare a piene mani senza ferirci e senza ferire … fino ad allora il mortificato e dolente bambino interiore starà nell'aspettativa, farà di tutto per farsi amare e batterà i piedi per quello che non riesce ad avere...


SARA' MICA FACILE ESSERE DONNA?


Ed eccola là … la donna dei nostri tempi.
Ha mezza giornata libera ed ha deciso di dedicarla a se stessa, ma per far quadrare i conti non va dal parrucchiere o dall'estetista ma si basa sul “fai da te” e quindi ha comprato qualche giorno prima tutto il necessario. La lista della “spesa” più o meno è questa:

  • pinzette per sopracciglia – celo
  • ceretta a caldo – manca
  • guanti usa e getta - manca
  • colore per capelli – celo
  • crema per evitare le macchie cutanee - celo
  • limetta per le unghie – celo
  • smalto – prendere nuovo colore
  • scrub pelle – manca
  • olio per massaggio – manca (nuova profumazione)
  • borotalco – celo

E così la stanza da bagno, in quelle quattro ore diventa un campo di battaglia!
Il tutto deve avere un ordine ben preciso, il tempo va ottimizzato come sempre. Una delle prerogative più importanti della mente femminile è pensare tre cose contemporaneamente e farne almeno due. Niente al caso … tutto va fatto con una sequenza assolutamente sensata, altrimenti “il tempo”, il maledetto tempo, non viene sfruttato al massimo.
Ci sono quante? Quattro ore? Bene, vanno sfruttate al massimo senza perdere di vista l'obbiettivo. Ma l'obbiettivo qual è? È una serata importante, per la quale è giusto impegnarsi. L'obbiettivo è “essere al massimo”, non possiamo trascurare i dettagli perché i dettagli sono quelli che fanno la sostanza. Per noi è così!
Quindi la prochene femme fatale attacca alla corrente, per prima cosa, il pentolino scaldacera, almeno nel frattempo può preparare il colore per i capelli da passare con cura. Alla prima pennellata, però, c'è anche il primo sussulto … “porc … mi sono dimenticata di mettere la crema per proteggere la pelle dalle macchie” e così, prima che coli qualcosa sulla fronte, corre ai ripari … apre il cassetto prende la crema ma ... non si è accorta che il guanto è già macchiato e quindi la crema mista al colore viene passata sulla fronte … secondo sussulto ... “ma vaff....”; ai ripari per la seconda volta! Passa velocemente l'asciugamano da sbratto, bagnato e insaponato, sulla fronte … ok, tutto a posto. Cambia velocemente i guanti usa e getta, ne mette un altro paio e ci riprova con la crema.
Ora si sente già meglio, ma il primo passo verso la sollecitazione nervosa è già stato fatto! Comunque non demorde … siamo solo all'inizio e non può certo mollare adesso.
Passa tutto il colore dividendo pazientemente ciocca per ciocca davanti e dietro; ogni tanto cade in terra qualche goccia di colore, ma non trema certo per questo. In previsione della prossima fase – ceretta – ha già procurato di stendere un telo da imbianchini a terra … queste sono le attenzioni lungimiranti esclusivamente femminili!
Le tremano leggermente le mani perché il tempo incalza e lei ha paura che manchi … ma … il lavoro deve essere fatto con estrema attenzione, quindi, pur con il fiato un po' corto, muove le mani come Michelangelo su una tela … ad arte!
Quando il colore è passato avvolge la sua dolce e turbinosa testolina nell'alluminio. Fa molto “Star Trek” ma non importa. Lo specchio oggi non può essere un nemico ma un alleato, colui che aiuta a evidenziare tutti i particolari in difetto …
Adesso passa allo scrub … guanto di crine e crema utili per sollevare i peli che sono incarniti e per rendere la pelle più morbida. Comincia a massaggiarsi con cautela ma anche con un po' di rabbia. In realtà sta pensando che le si stanno già gonfiando degli attributi che non ha, però non desiste e si ripete: “Lo stai facendo per te, per volerti bene ...” Non è vero niente e lo sa, ma è una bugia piacevole e quindi glissa …
La cera maledetta è pronta e anche lei lo è perché ha fatto tutto il training autogeno necessario. Uno strappo e poi un altro fino ad arrivare al punto “X”, il povero inguine, che le farà scendere le lacrime automaticamente, proprio come il baffetto, perché negli anni entrambi sono ormai diventati dei baffi veri e propri, praticamente dei mustacchi.
Borotalco, cera, striscia e … uno, due, tre … VIA ….... “...azz” il grido fantozziano è soffocato dalla razionalità. La donna è anche questo: sopportazione estrema del dolore, anche quello più assurdo! Ma ormai è quasi finita se non fosse per la parte “dietro”. Farsi la ceretta “sotto e dietro” è allucinante perché ci si improvvisa contorsioniste … le gambe volano per aria e si aprono fino a sciancarsi per poter arrivare a dei punti che non ha visto nemmeno la mamma … Poco importa! Non sia mai che resta un pelo vagante … quale orrore sarebbe! La donna non ha ancora capito che al maschio non gliene può fregare di meno di “quel” pelo, ma per lei è importante non tralasciare nessun dettaglio.
Baffetto e sopracciglia vengono fatte in contemporanea e subito dopo ci si passa sopra una bella pasta lenitiva. Alla fine di tutto questo lei è una maschera di chiazze rosse in faccia, sulle gambe e fra le cosce … sono i segni di un sacrificio ammirevole … cosa non farebbe per essere carina! Ora non lo sembra certo … pare più un extraterrestre con l'eritema ma alla fine, sarà premiata ... alla fine si sentirà finalmente BENE!
E' arrivato il momento di sciacquare il colore dai capelli e quindi via sotto il rubinetto a tutta birra. Il colore schizza dappertutto ma nemmeno questo è un problema, dopo pulirà anche il bagno, dopo essersi fatta la doccia metterà tutto in ordine, giusto per sudare nuovamente e ritrovarsi ancora a puzzare come un lama.
Quisquilie! I deodoranti li hanno inventati apposta …
Che manca ora? Pedicure e manicure. Due ore sono già passate e quindi si può rilassare, ce la può fare, ne diventa consapevole e questo le fa tornare il sorriso sotto la patacca infiammata dove prima stava la peluria.
E proprio mentre si sta passando lo smalto, che è la fase finale di un lavoro altrettanto artistico e che è preceduto da recisione delle pellicine e di eventuali calli, nonché dalla limatura delle unghie, lei si ricorda che non ha scongelato il piatto preparato con le sue dolci manine il giorno precedente (tanto per non lasciare niente al caso), quindi schizza per aria, salta a piè pari il gatto che è sdraiato davanti alla porta del bagno e, non calcolando il passo, picchia il mignolo del piede sull'angolo del mobile davanti!
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Nessuna parola potrebbe descrivere il dolore fisico, ma lei è molto più preoccupata del fatto che lo smalto si sia sciupato e che debba ricominciare daccapo. Guarda “il nano” con compassione, consapevole che non ci sono parole per consolarlo e che non può metterlo sotto l'acqua fredda … il rischio per lo smalto è troppo alto e lei stoicamente sopporta!
Riesce a salvare la serata in tutto e per tutto. Il piatto è scongelato, la tavola è apparecchiata, le candele sono accese e lei è uno splendore! Non sembra nemmeno che abbia passato una sua piccola odissea; è truccata, ben vestita, curata come una regina …
Ed ecco che arriva lui ….
Non è per se stessa che ha fatto tutto questo, ma per essere affascinante per lui!
Lui non sa quanto sacrificio ci sia stato dietro a tutta quella magnificenza, quanto dolore lei ha dovuto sopportare per essere al top, ma quando lo vede entrare dalla porta e il suo sguardo appare incantato, quando lei vede il sorriso comparire sul suo volto, tutto quello che ha passato assume un significato speciale che raggiunge il culmine quando le dice: “Come sei bella stasera!” Solo per quelle poche, semplici parole lei ha visitato per qualche ora un personale inferno che ora sembra portarla verso il paradiso.
Le donne! Così pazze, così assurde … così meravigliose!