sabato 31 maggio 2014

PARTIRE E' COME MORIRE ...

Partire è un po' come morire ... perchè?
Lo dichiaro: io ho sempre avuto paura delle partenze, mi hanno sempre messa in agitazione. Quando devo prendere l'aereo poi, non ne parliamo! Mi agito il triplo ... Stare in quella scatoletta chiusa mi fa sentire un leone in gabbia ...
Mi hanno sempre trattata da matta per questo, perchè tutti vogliono "partire" ... e più vanno lontani, più sono contenti. Fare vacanze "vicino", o nella propria nazione, è diventato fuori moda e le persone arrivano perfino a fare i debiti per poter dire che sono andati agli antipodi del mondo. 
Oh ... io non ci tengo. Per me vanno bene anche quelle tranquille e mi rilassano di più. 
Mi sono sempre sentita strana per questo (e per parecchie altre cose), una persona che non sapeva apprezzare certe opportunità, perchè tutti mi dicevano che "non è possibile essere disinteressati ai viaggi"!
Ma dove sta scritta questa cosa? 
Che dogma sarebbe mai questo?
Sinceramente credo di essere parecchio regolare nel dire che non ci tengo poi così tanto. Prima di tutto perchè "tutto il mondo è paese" e poi perchè il Mondo che cerco è dentro di me, mica fuori!
Forse sono davvero strana, o forse sono sciamanica, ma io la sento così. Il Mondo di cui vorrei conoscere tutta la mappa sta dentro di me e ci sono ancora tantissimi paesi sconosciuti che non ho potuto esplorare, foreste che sono ancora vergini, mari che non sono stati solcati, terre che non sono state attraversate, lingue che non ho ancora imparato, vette e strapiombi che mi devono ancora mozzare il respiro.
L'essere umano è sempre stato stanziale, per secoli e millenni. Solo in tempi recenti è diventato avventuriero e, credo di dire una cosa accettabile, quando sostengo che, per tanti, non si tratta di scoprire qualcosa di nuovo, ma di dover avere qualcosa da raccontare. Sennò che gusto c'è?
L'essere umano primordiale quando partiva era per commercio, disperazione, guerra o fame, non per divertimento, erano rari coloro che andavano "alla scoperta" e nel nostro DNA primitivo è più sensato percepirlo come un senso di abbandono che come un'avventura.
Magari sono solo le mie fottute paure, però credo che per molti, questo "viaggiare" sia parecchio legato al coprire dei vuoti, al non ascoltare il richiamo della propria terra interiore. 
Comunque, voglio essere sincera ... in ogni posto in cui sono andata ho trovato qualcosa, ma non era del luogo, era dentro di me. Dovendo arrestare il solito tran tran, la consueta corsa quotidiana, ho imparato, ovunque mi trovassi, ad ascoltare quel sussurro interiore che mi diceva: "cerca in te, non ti fermare!" 
Belle le foto, sono un bel ricordo ... ma mi fa incazzare il fatto che non posso fotografare i miei stati d'animo, le mie scoperte, quell'incredibile mondo interiore che a momenti mi porta in cielo ed altri sotto terra.
Non sono un'esploratrice? Altro che! Sono anche speleologa, sono perfino astronauta ... è solo una questione di punti di vista!
E allora che questo viaggio mi porti alla scoperta di qualcosa di nuovo e straordinario ... 

p.s.: ricordatevi di me!



domenica 4 maggio 2014

Accettazione ...

Ci sono rapporti che non si risolvono mai. Sfociano in niente e non sai darti pace per questo, non ne capisci il motivo. 
Riguardano persone che ami profondamente, ma con le quali non riesci a comunicare. Ci hai provato mille volte ed ogni volta è stato un fiasco. Passa il tempo, passano le stagioni e continui a sperare che qualcosa possa cambiare, che accada il miracolo e che tu possa avere un'illuminazione, che tu possa sfogliare quel dizionario magico che decodifichi lingue sconosciute, che tolga la barriera di sordità ... ma non succede nulla di nuovo.
E' come rimbalzare su un muro, è come se ci fosse una massiccia lastra di ghiaccio cristallizzato che ti consente di vedere la persona dall'altra parte, ma non te la fa "toccare" ... ti fa vedere che muove le labbra, ma tu non la "capisci" e lei non capisce te. Nemmeno vede chi sei. 
Vede riflessa in quella specie di vetro se stessa, mentre tu sei oltre. Vede due immagini e si confonde, perché non capisce più chi dei due si sta muovendo e chi sta parlando. 
Vorresti avere un piccone per poter spaccare quella lastra, ma non ce l'hai e allora resti lì ad urlare, sperando che le tue grida possano, un giorno, creare almeno una fessura in cui potrai sussurrare a quel cuore, all'anima dell'altra persona, tutto il bene che vorresti si realizzasse. 
Ma i giorni passano e non accade niente.
Hai provato a scavalcarlo quel muro, hai provato a cercarne la fine, hai tentato di trovare un varco da qualche parte, ma poi ti sei arresa. Hai appoggiato le mani su quel muro trasparente, sperando che anche l'altra parte facesse lo stesso, ma non è accaduto nemmeno questo. 
E allora senti rabbia, rancore, disperazione, perchè non riesci a capirne il motivo, perchè vorresti raggiungerla ma non sai come fare. E con chi ti arrabbi? Con tutto. Con quella lastra di ghiaccio, con la persona che sta dall'altra parte che pensi non faccia niente per risolvere il problema, con il destino che vi ha messo di fronte senza potervi raggiungere, con i pregiudizi e l'ottusità! 
Vorresti un incendio che facesse sciogliere il gelo e che bruciasse tutto, perfino te stessa! E resti lì piantata, mentre diventi sempre più gelida, mentre il freddo ti entra perfino nelle ossa. 
Pensi anche al giorno in cui quella persona non ci sarà più, o non ci sarai più tu, e pensi al rimpianto che proverai, alla disperazione che sentirai per non essere riuscita a risolvere quel dolore, per non essere riuscita a farti capire ed a capire.
Non riesci a rassegnarti, non ce la fai, e allora senti anche l'odio per la tua impotenza e per tutto il resto, per tutti quanti.
A volte, però, non resta che "accettare" ... accettare che ci sono relazioni che vanno così e che non c'è una lezione in particolare da imparare se non quella di accettare e basta. 
I grandi maestri spirituali dicono che l'accettazione è il principio dell'amore e che quando sai accettare quello che accade sai anche vivere più sereno ... sai lasciare andare. 
Forse è solo l'accettazione che può far sciogliere qualsiasi ghiacciaio, che può rompere le catene dell'attesa e che può farci valicare qualsiasi muro. 
Un giorno imparerò ad accettarlo ...

Non devi cercare di fare in modo che le cose vadano come vuoi, ma accettare le cose come vanno: così sarai sereno.
Epitteto