Partire è un po' come morire ... perchè?
Lo dichiaro: io ho sempre avuto paura delle partenze, mi hanno sempre messa in agitazione. Quando devo prendere l'aereo poi, non ne parliamo! Mi agito il triplo ... Stare in quella scatoletta chiusa mi fa sentire un leone in gabbia ...
Mi hanno sempre trattata da matta per questo, perchè tutti vogliono "partire" ... e più vanno lontani, più sono contenti. Fare vacanze "vicino", o nella propria nazione, è diventato fuori moda e le persone arrivano perfino a fare i debiti per poter dire che sono andati agli antipodi del mondo.
Oh ... io non ci tengo. Per me vanno bene anche quelle tranquille e mi rilassano di più.
Mi sono sempre sentita strana per questo (e per parecchie altre cose), una persona che non sapeva apprezzare certe opportunità, perchè tutti mi dicevano che "non è possibile essere disinteressati ai viaggi"!
Ma dove sta scritta questa cosa?
Che dogma sarebbe mai questo?
Sinceramente credo di essere parecchio regolare nel dire che non ci tengo poi così tanto. Prima di tutto perchè "tutto il mondo è paese" e poi perchè il Mondo che cerco è dentro di me, mica fuori!
Forse sono davvero strana, o forse sono sciamanica, ma io la sento così. Il Mondo di cui vorrei conoscere tutta la mappa sta dentro di me e ci sono ancora tantissimi paesi sconosciuti che non ho potuto esplorare, foreste che sono ancora vergini, mari che non sono stati solcati, terre che non sono state attraversate, lingue che non ho ancora imparato, vette e strapiombi che mi devono ancora mozzare il respiro.
L'essere umano è sempre stato stanziale, per secoli e millenni. Solo in tempi recenti è diventato avventuriero e, credo di dire una cosa accettabile, quando sostengo che, per tanti, non si tratta di scoprire qualcosa di nuovo, ma di dover avere qualcosa da raccontare. Sennò che gusto c'è?
L'essere umano primordiale quando partiva era per commercio, disperazione, guerra o fame, non per divertimento, erano rari coloro che andavano "alla scoperta" e nel nostro DNA primitivo è più sensato percepirlo come un senso di abbandono che come un'avventura.
Magari sono solo le mie fottute paure, però credo che per molti, questo "viaggiare" sia parecchio legato al coprire dei vuoti, al non ascoltare il richiamo della propria terra interiore.
Comunque, voglio essere sincera ... in ogni posto in cui sono andata ho trovato qualcosa, ma non era del luogo, era dentro di me. Dovendo arrestare il solito tran tran, la consueta corsa quotidiana, ho imparato, ovunque mi trovassi, ad ascoltare quel sussurro interiore che mi diceva: "cerca in te, non ti fermare!"
Belle le foto, sono un bel ricordo ... ma mi fa incazzare il fatto che non posso fotografare i miei stati d'animo, le mie scoperte, quell'incredibile mondo interiore che a momenti mi porta in cielo ed altri sotto terra.
Non sono un'esploratrice? Altro che! Sono anche speleologa, sono perfino astronauta ... è solo una questione di punti di vista!
E allora che questo viaggio mi porti alla scoperta di qualcosa di nuovo e straordinario ...
p.s.: ricordatevi di me!
Lo dichiaro: io ho sempre avuto paura delle partenze, mi hanno sempre messa in agitazione. Quando devo prendere l'aereo poi, non ne parliamo! Mi agito il triplo ... Stare in quella scatoletta chiusa mi fa sentire un leone in gabbia ...
Mi hanno sempre trattata da matta per questo, perchè tutti vogliono "partire" ... e più vanno lontani, più sono contenti. Fare vacanze "vicino", o nella propria nazione, è diventato fuori moda e le persone arrivano perfino a fare i debiti per poter dire che sono andati agli antipodi del mondo.
Oh ... io non ci tengo. Per me vanno bene anche quelle tranquille e mi rilassano di più.
Mi sono sempre sentita strana per questo (e per parecchie altre cose), una persona che non sapeva apprezzare certe opportunità, perchè tutti mi dicevano che "non è possibile essere disinteressati ai viaggi"!
Ma dove sta scritta questa cosa?
Che dogma sarebbe mai questo?
Sinceramente credo di essere parecchio regolare nel dire che non ci tengo poi così tanto. Prima di tutto perchè "tutto il mondo è paese" e poi perchè il Mondo che cerco è dentro di me, mica fuori!
Forse sono davvero strana, o forse sono sciamanica, ma io la sento così. Il Mondo di cui vorrei conoscere tutta la mappa sta dentro di me e ci sono ancora tantissimi paesi sconosciuti che non ho potuto esplorare, foreste che sono ancora vergini, mari che non sono stati solcati, terre che non sono state attraversate, lingue che non ho ancora imparato, vette e strapiombi che mi devono ancora mozzare il respiro.
L'essere umano è sempre stato stanziale, per secoli e millenni. Solo in tempi recenti è diventato avventuriero e, credo di dire una cosa accettabile, quando sostengo che, per tanti, non si tratta di scoprire qualcosa di nuovo, ma di dover avere qualcosa da raccontare. Sennò che gusto c'è?
L'essere umano primordiale quando partiva era per commercio, disperazione, guerra o fame, non per divertimento, erano rari coloro che andavano "alla scoperta" e nel nostro DNA primitivo è più sensato percepirlo come un senso di abbandono che come un'avventura.
Magari sono solo le mie fottute paure, però credo che per molti, questo "viaggiare" sia parecchio legato al coprire dei vuoti, al non ascoltare il richiamo della propria terra interiore.
Comunque, voglio essere sincera ... in ogni posto in cui sono andata ho trovato qualcosa, ma non era del luogo, era dentro di me. Dovendo arrestare il solito tran tran, la consueta corsa quotidiana, ho imparato, ovunque mi trovassi, ad ascoltare quel sussurro interiore che mi diceva: "cerca in te, non ti fermare!"
Belle le foto, sono un bel ricordo ... ma mi fa incazzare il fatto che non posso fotografare i miei stati d'animo, le mie scoperte, quell'incredibile mondo interiore che a momenti mi porta in cielo ed altri sotto terra.
Non sono un'esploratrice? Altro che! Sono anche speleologa, sono perfino astronauta ... è solo una questione di punti di vista!
E allora che questo viaggio mi porti alla scoperta di qualcosa di nuovo e straordinario ...
p.s.: ricordatevi di me!