martedì 28 agosto 2012

CHE SI FA FINITA CON QUESTI PRINCIPI AZZURRI???

Ma la vogliamo far finita noi donne con la storia del Principe Azzurro?
Ce ne siamo accorte o no che è una sciocchezza e che non esiste nessun Principe che arriva sul cavallo bianco e che ci "salva" dalle nostre disgrazie o dalla nostra disgraziata vita? 
Non che, e raramente, non ci sia un "cavaliere", gentile, attento, magari anche romantico, ma da qui a dire che sia "Principe" ce ne corre!
Fin da piccole ci siamo identificate con la sindrome di "Cenerentola", "Biancaneve", "Bella Addormentata nel bosco" ecc... ecc... dove, guardacaso, c'era sempre una strega invidiosa a fare la parte della cattiva ... E te credo! Basta che entri un maschio in mezzo ad un gruppo di donne che subito tutte ci mettiamo a sfoggiare la nostra grazia per far piazza pulita della eventuale concorrenza. 
E così ancora siamo lì ... a mordere mele avvelenate, a bucarci con i fusi degli arcolai, a piagnucolare per delle "sorelle" cattive e a scappare nel bosco perchè non siamo abbastanza coraggiose da affrontare i nostri "fantasmi" del bosco. 
Ancora a farci concorrenza, ancora a sperare che qualcun altro sguaini la spada in nostro favore ... Tutto questo mentre il maschio gongola sornione ...
Ma quanti secoli son passati? Una trenata ... e noi ancora divise tra quelle che sono, o vogliono essere: streghe, acide e zoccole, oppure: vittime, sottomesse e sante. Roba da rincretinire!
Eppure non c'è nessuna divisione perchè anche quelle che fanno tanto le sante vittime usano i sensi di colpa per piegare gli altri al loro volere e quelle che fanno tanto le pettegole libertine poi si fanno venire l'ulcera, per la rabbia di non essere amate come vorrebbero. 
Care mie, se non l'aveste capito, se non ci salviamo da noi stesse non ci salva nessuno! E credo anche che debba essere così ...
A noi spetta il compito di salvarci dai nostri stessi schemi comportamentali e dal nostro stesso tormento ... A noi spetta di salvare la femminilità, quella vera, non quella fasulla che ci fa venire gli attributi e ci fa comportare da maschi, ma quella che è insita nella Donna con la D maiuscola, la grande forza dell'Amore. Ma se non ne abbiamo abbastanza per noi stesse, se non abbiamo abbastanza compassione per il nostro stesso sangue, come possiamo credere che ce l'abbia qualcun altro?
Montate sul cavallo bianco e lasciate gli abiti della bambina per indossare quelli della Donna ... ci son tanti esseri umani che hanno bisogno di essere salvati; le prime siamo noi e poi ci sono anche i Principi Azzurri!!!

Lucia Aquiù Padovani


giovedì 9 agosto 2012

IMPARARE A LASCIARE ANDARE ...

Ma quant'è difficile lasciare andare? Aprire quella mano e mollare quello che tratteniamo con tanta determinazione, anche quando sappiamo benissimo che non c'è altra soluzione, anche quando sappiamo che è per il nostro bene ... continuiamo a tenere stretto quel pugno e mille energie se ne vanno e la paura si alimenta ancora di più.
Può essere una persona, una cosa, un'idea ... più che altro si tratta dell'illusione che ci eravamo creati in testa, delle aspettative che avevamo alimentato con tutte le nostre forze. E' l'immagine di una favola e in quell'immagine ci abbiamo investito quasi tutto. 
E mentre la roulette gira noi cerchiamo di ignorare tutti i segnali che chiaramente ci dicono che il numero su cui abbiamo puntato il nostro futuro non uscirà, perfino quando la pallina si è fermata e vediamo che la fascia di numeri è un'altra e vediamo anche che il colore è un altro,  continuiamo a sperare che quella maledetta faccia un salto improvviso e si posizioni là ... dove c'è il nostro cuore, i nostri desideri e le nostre speranze. Anche la mente sapeva che quella puntata era azzardata, anche la logica ce lo diceva ... La vita è un bel rischio e specialmente a noi donne il rischio piace tanto, sembra che senza rischio non possiamo vivere! 
Ma quel rischio non proviene da un gran coraggio piuttosto dalla paura dell'abbandono e almeno di questo ne dovremo prendere coscienza. Tutti soffriamo questo spettro, maschi e femmine, solo che, come dicono gli esperti, gli uomini vengono incanalati verso l'indipendenza, gli viene fatto credere fin da piccolissimi (ingannandoli) che loro sono forti, che non devono piangere e che non hanno bisogno di nessuno. Alle donne, invece, s’insegna la dipendenza e ci crescono dentro questa educazione. Il loro valore lo si misura dalla dedizione, dall'accondiscendenza, dalla sudditanza. Siamo brave quando non pretendiamo, subiamo e restiamo in silenzio, siamo brave se mettiamo i bisogni dell'altro prima dei nostri, se rinneghiamo la nostra personalità, se non abbiamo "grilli per la testa", se non tradiamo. Il problema è che questo giochino lo abbiamo imparato bene e non ci limitiamo più  ad essere dipendenti quando vogliamo essere scelte, ma ci restiamo avviluppate dentro come una preda nella rete del ragno anche in seguito.
E ogni volta che il sogno finisce è la stessa storia. E' come se una voce sottilissima volesse gridare all'altro: "Ma perchè non mi ami? Ho fatto tutto quello che potevo per farmi amare da te ... perchè allora non mi ami?" La risposta sta nel fatto che non abbiamo dato dignità a noi stesse fin dal primo momento, forse abbiamo finto, anche ingenuamente, di essere quelle che non eravamo, forse anche l'altro ha fatto lo stesso, proprio per paura di non essere abbastanza piacevoli ma l'inganno durerà per poco tempo e prima o poi quello che deve essere sarà, nonostante tutti i nostri sforzi. Spesso, anzi sempre, si affaccia la rabbia, potente come uno tzunami, che cerca di divorare tutto e la cosa buffa è che quella rabbia riempie il vuoto e che se la togli di mezzo non potresti che guardare quella voragine che c'è e prenderne coscienza.
Magari dovremmo imparare a vedere quello che sta accadendo non come un abbandono ma come un "ciao", vedere quella persona come un figurante che è passato nella nostra vita per insegnarci qualcosa e per apprendere qualcosa, a vederlo come quello che ci ha fatto capire quale pezzo di puzzle mancava nella nostra vita e ce lo ha fatto mettere a posto, anche se il pezzo non era lui. Anche questo è amore, un grande amore, perchè serve più coraggio e più capacità di amare per lasciare andare che per trattenere ... 
Eppure quanto dolore e quanta malinconia si sentono nel cuore per quello che non è stato e per quello che avrebbe potuto essere ... è quel sussurro che si eleva dal profondo e che non riesce ad evitare di dire: "Mi dispiace tanto ...."


martedì 7 agosto 2012

RICOMINCIO DAL SECONDO CASSETTO ...

Spesso si dice "Comincio da lunedì", perchè la domenica è il giorno in cui ci si lascia andare, è il riposo da qualsiasi impegno, mentre il martedì non è indicato perchè anticamente si diceva non portasse bene (nè di venere nè di marte non si sposa nè si parte) ... Ma questa per me non è una partenza è piuttosto un riavvio ... come quando si fa lo stop ai box per il cambio gomme e per dare un'occhiatina al problema che si è verificato al motore e poi via ... di nuovo in pista.
Ieri è stata una giornata di Stop, decisamente lo è stata, perchè quando arrivi a urlare da sola in auto, beh ... qualche problemino c'è eccome. Una rabbia furibonda mi stava possedendo come un demone e io dovevo "spurgare". Continuavo a ripetere: "Non voglio diventare cattiva, perchè vuoi che diventi cattiva?" osservando il Cielo.
So per certo che l'Universo d'Amore in cui credo, non ci giudica nè buoni nè cattivi, perchè questa divisione per loro non esiste ... però si saranno scompisciati dalle risate di fronte a questa affermazione. Cercavo risposte come un disperso cerca la strada di casa .. e poi ieri sera improvvisamente è scesa la quiete quando ho "ascoltato" e quando ho capito che quell'inferno me lo stavo creando io perchè non volevo cedere, perchè mi stavo letteralmente facendo strangolare dall'orgoglio, perchè non accettavo le mie debolezze. 
Mi sono accorta che non mi stavo concedendo quell'errore e che avrei voluto rimettere indietro l'orologio e il tempo per cancellarlo perchè IO NON DOVEVO SBAGLIARE ... no, non così, non in maniera così sciocca. Io e il mio Ego ... io che, paradossalmente, aiuto gli altri ad accettare la loro umanità ed i loro limiti non stavo, di fatto, accettando che potevo aver preso una cantonata ma che era anche stato istruttivo prenderla.
E allora ... è stato un attimo ... ho lasciato andare ... ed è stata una sensazione incredibile. Mi è sembrato di volare, di tornare a respirare di nuovo; le spire che mi stavano avviluppando in una presa mortale si erano sciolte ed io ero tornata ad essere libera. E' bastato dire: "Non lo voglio più questo orgoglio ferito" ... è bastato sentirlo nel cuore e in fondo alla pancia questo aprire la mano per lasciare andare, è bastato mollare quel velo nero per vederlo diventare in aria tutto colorato, per vedere la straordinaria bellezza di quello che era diventato, di quello che ero riuscita a fare. 
E alla fine di serata, dopo una lunga giornata difficile da gestire, un amico mi ha anche detto: "Lucia, fai conto di avere un cassettone: nel primo cassetto mettici le cose importanti: i tuoi valori, i tuoi sentimenti, le tue amicizie, i tuoi amori, ma nel secondo cassetto mettici i giocattoli e quando il primo diventa troppo pesante chiudilo un attimo e apri il secondo ..."  e allora ho pensato ... Da domani si ricomincia anche a giocare ... si ricomincia dal secondo cassetto ... anche se è martedì!



lunedì 6 agosto 2012

QUANDO SI IMPARA AD AMARE DAVVERO ...


Eccola lì … è sempre lei, la stessa che ha voluto dare fiducia un'altra volta, la stessa che ha voluto credere ad un'illusione, la stessa che ha voluto credere alle bugie anche quando le bugie erano palesi. E' la stessa che non riesce a lasciare andare, che non sa dire basta quando è il momento giusto, che si aggrappa ad una parola, ad uno sguardo, ad un sorriso, ad una carezza perchè vuole essere amata, vuole che lui la ami, vuole che condivida i suoi sogni e che magari la porti via su un bel cavallo bianco.
Una serie di idiozie che sembrano sempre uguali a se stesse.
Anche le donne tradiscono, deludono, lasciano, ma quando dicono basta non illudono più perchè lo sanno bene cos'è l'illusione.
È quella cosa bastarda che vela tutto, anche le cose più palesi, anche quelle più clamorose. È quello che ti fa dire: “Ma non sarò stata troppo cattiva?” per tornare indietro e ripartire un'altra volta dallo stesso punto di partenza. Un ciclo continuo che uccide.
Il maschio in genere, di fronte all'abbandono, diventa freddo, vendicativo, arriva perfino ad odiare le donne e cerca di punirle in un modo o nell'altro. Le apostrofa con il termine “puttana”, non si lega più per il timore di soffrire di nuovo ed il cuore lo chiude a chiave.
La donna di fronte all'abbandono non si arrende, continua a sperare, si attacca come una cozza allo scoglio, diventando vulnerabile, prevedibile, malleabile e perfino noiosa. Lo vede dappertutto, lo cerca, lo annusa nell'aria, lo sogna e non perde occasione per recriminare su quello che ha fatto e come lo ha fatto. Si punisce per non essere stata abbastanza perfetta, per non essere riuscita a “tenerselo stretto”. E anche quando se lo è preso, ma ne conosce perfettamente l'indole, fa finta di non vedere, di non sentire, di non capire …. cerca ancora di essere perfetta.
Eppure se lei si mettesse ad osservare bene lo saprebbe che non perde niente di che. A volte sono brutti ma fascinosi, altre volte sono torti dentro e fuori ma simpatici, altri sono bellissimi ma vuoti come zucche, altri sono sapienti ma arroganti e prepotenti … tutti quanti spaventati dalle emozioni e dai sentimenti in assoluto. Anche i migliori, anche quelli che hanno una bella anima, sono spaventati a morte dal coinvolgimento e ricorrono sempre al loro benedetto raziocinio, la logica imperante, dove non c'è posto per nient'altro che la severità. Eterni figli anche quando si sposano o diventano padri.
E lei … eccola lì, a piangere, a imprecare dalla rabbia, con il mal di stomaco e di testa perchè non sa rispettarsi ed amarsi abbastanza, quel tanto che basta per ritornare nella sua dignità umana. È lì, ad aspettare il prossimo turno, lo stesso treno o un altro treno simile, che le ricorderà ancora una volta che non si arriva a niente se non si parte da se stessi, che non si avrà l'Amore finchè saremo nel “bisogno di amore”, in quella maledetta dipendenza affettiva che non fa altro che creare cordoni che non si tagliano mai … e quando risuccederà, quando si ripresenterà la stessa situazione sentiranno dentro un rancore esagerato, il rancore per non essere state amate, che non è altro che lo specchio del “Non Amore” che non hanno ancora raggiunto in se stesse, per se stesse.
Quando si impara ad amare davvero si parte da sé a farlo e non per un intento egoistico, ma per arrivare a “riempirsi”, per convivere bene con la propria anima anche nella solitudine. Allora e solo allora il cuore traboccherà a tal punto che potremo dare a piene mani senza ferirci e senza ferire … fino ad allora il mortificato e dolente bambino interiore starà nell'aspettativa, farà di tutto per farsi amare e batterà i piedi per quello che non riesce ad avere...


SARA' MICA FACILE ESSERE DONNA?


Ed eccola là … la donna dei nostri tempi.
Ha mezza giornata libera ed ha deciso di dedicarla a se stessa, ma per far quadrare i conti non va dal parrucchiere o dall'estetista ma si basa sul “fai da te” e quindi ha comprato qualche giorno prima tutto il necessario. La lista della “spesa” più o meno è questa:

  • pinzette per sopracciglia – celo
  • ceretta a caldo – manca
  • guanti usa e getta - manca
  • colore per capelli – celo
  • crema per evitare le macchie cutanee - celo
  • limetta per le unghie – celo
  • smalto – prendere nuovo colore
  • scrub pelle – manca
  • olio per massaggio – manca (nuova profumazione)
  • borotalco – celo

E così la stanza da bagno, in quelle quattro ore diventa un campo di battaglia!
Il tutto deve avere un ordine ben preciso, il tempo va ottimizzato come sempre. Una delle prerogative più importanti della mente femminile è pensare tre cose contemporaneamente e farne almeno due. Niente al caso … tutto va fatto con una sequenza assolutamente sensata, altrimenti “il tempo”, il maledetto tempo, non viene sfruttato al massimo.
Ci sono quante? Quattro ore? Bene, vanno sfruttate al massimo senza perdere di vista l'obbiettivo. Ma l'obbiettivo qual è? È una serata importante, per la quale è giusto impegnarsi. L'obbiettivo è “essere al massimo”, non possiamo trascurare i dettagli perché i dettagli sono quelli che fanno la sostanza. Per noi è così!
Quindi la prochene femme fatale attacca alla corrente, per prima cosa, il pentolino scaldacera, almeno nel frattempo può preparare il colore per i capelli da passare con cura. Alla prima pennellata, però, c'è anche il primo sussulto … “porc … mi sono dimenticata di mettere la crema per proteggere la pelle dalle macchie” e così, prima che coli qualcosa sulla fronte, corre ai ripari … apre il cassetto prende la crema ma ... non si è accorta che il guanto è già macchiato e quindi la crema mista al colore viene passata sulla fronte … secondo sussulto ... “ma vaff....”; ai ripari per la seconda volta! Passa velocemente l'asciugamano da sbratto, bagnato e insaponato, sulla fronte … ok, tutto a posto. Cambia velocemente i guanti usa e getta, ne mette un altro paio e ci riprova con la crema.
Ora si sente già meglio, ma il primo passo verso la sollecitazione nervosa è già stato fatto! Comunque non demorde … siamo solo all'inizio e non può certo mollare adesso.
Passa tutto il colore dividendo pazientemente ciocca per ciocca davanti e dietro; ogni tanto cade in terra qualche goccia di colore, ma non trema certo per questo. In previsione della prossima fase – ceretta – ha già procurato di stendere un telo da imbianchini a terra … queste sono le attenzioni lungimiranti esclusivamente femminili!
Le tremano leggermente le mani perché il tempo incalza e lei ha paura che manchi … ma … il lavoro deve essere fatto con estrema attenzione, quindi, pur con il fiato un po' corto, muove le mani come Michelangelo su una tela … ad arte!
Quando il colore è passato avvolge la sua dolce e turbinosa testolina nell'alluminio. Fa molto “Star Trek” ma non importa. Lo specchio oggi non può essere un nemico ma un alleato, colui che aiuta a evidenziare tutti i particolari in difetto …
Adesso passa allo scrub … guanto di crine e crema utili per sollevare i peli che sono incarniti e per rendere la pelle più morbida. Comincia a massaggiarsi con cautela ma anche con un po' di rabbia. In realtà sta pensando che le si stanno già gonfiando degli attributi che non ha, però non desiste e si ripete: “Lo stai facendo per te, per volerti bene ...” Non è vero niente e lo sa, ma è una bugia piacevole e quindi glissa …
La cera maledetta è pronta e anche lei lo è perché ha fatto tutto il training autogeno necessario. Uno strappo e poi un altro fino ad arrivare al punto “X”, il povero inguine, che le farà scendere le lacrime automaticamente, proprio come il baffetto, perché negli anni entrambi sono ormai diventati dei baffi veri e propri, praticamente dei mustacchi.
Borotalco, cera, striscia e … uno, due, tre … VIA ….... “...azz” il grido fantozziano è soffocato dalla razionalità. La donna è anche questo: sopportazione estrema del dolore, anche quello più assurdo! Ma ormai è quasi finita se non fosse per la parte “dietro”. Farsi la ceretta “sotto e dietro” è allucinante perché ci si improvvisa contorsioniste … le gambe volano per aria e si aprono fino a sciancarsi per poter arrivare a dei punti che non ha visto nemmeno la mamma … Poco importa! Non sia mai che resta un pelo vagante … quale orrore sarebbe! La donna non ha ancora capito che al maschio non gliene può fregare di meno di “quel” pelo, ma per lei è importante non tralasciare nessun dettaglio.
Baffetto e sopracciglia vengono fatte in contemporanea e subito dopo ci si passa sopra una bella pasta lenitiva. Alla fine di tutto questo lei è una maschera di chiazze rosse in faccia, sulle gambe e fra le cosce … sono i segni di un sacrificio ammirevole … cosa non farebbe per essere carina! Ora non lo sembra certo … pare più un extraterrestre con l'eritema ma alla fine, sarà premiata ... alla fine si sentirà finalmente BENE!
E' arrivato il momento di sciacquare il colore dai capelli e quindi via sotto il rubinetto a tutta birra. Il colore schizza dappertutto ma nemmeno questo è un problema, dopo pulirà anche il bagno, dopo essersi fatta la doccia metterà tutto in ordine, giusto per sudare nuovamente e ritrovarsi ancora a puzzare come un lama.
Quisquilie! I deodoranti li hanno inventati apposta …
Che manca ora? Pedicure e manicure. Due ore sono già passate e quindi si può rilassare, ce la può fare, ne diventa consapevole e questo le fa tornare il sorriso sotto la patacca infiammata dove prima stava la peluria.
E proprio mentre si sta passando lo smalto, che è la fase finale di un lavoro altrettanto artistico e che è preceduto da recisione delle pellicine e di eventuali calli, nonché dalla limatura delle unghie, lei si ricorda che non ha scongelato il piatto preparato con le sue dolci manine il giorno precedente (tanto per non lasciare niente al caso), quindi schizza per aria, salta a piè pari il gatto che è sdraiato davanti alla porta del bagno e, non calcolando il passo, picchia il mignolo del piede sull'angolo del mobile davanti!
.....................................................
Nessuna parola potrebbe descrivere il dolore fisico, ma lei è molto più preoccupata del fatto che lo smalto si sia sciupato e che debba ricominciare daccapo. Guarda “il nano” con compassione, consapevole che non ci sono parole per consolarlo e che non può metterlo sotto l'acqua fredda … il rischio per lo smalto è troppo alto e lei stoicamente sopporta!
Riesce a salvare la serata in tutto e per tutto. Il piatto è scongelato, la tavola è apparecchiata, le candele sono accese e lei è uno splendore! Non sembra nemmeno che abbia passato una sua piccola odissea; è truccata, ben vestita, curata come una regina …
Ed ecco che arriva lui ….
Non è per se stessa che ha fatto tutto questo, ma per essere affascinante per lui!
Lui non sa quanto sacrificio ci sia stato dietro a tutta quella magnificenza, quanto dolore lei ha dovuto sopportare per essere al top, ma quando lo vede entrare dalla porta e il suo sguardo appare incantato, quando lei vede il sorriso comparire sul suo volto, tutto quello che ha passato assume un significato speciale che raggiunge il culmine quando le dice: “Come sei bella stasera!” Solo per quelle poche, semplici parole lei ha visitato per qualche ora un personale inferno che ora sembra portarla verso il paradiso.
Le donne! Così pazze, così assurde … così meravigliose!