martedì 25 marzo 2014

ESSERE COME EDERA ...

Chi soffre di senso dell'abbandono ha un problema grave, che è quello di abbarbicarsi a qualcuno. Non importa quanto si possa soffrire, quanto si possa vivere male la situazione: quella persona deve essere la propria fonte di felicità e "prima o poi" realizzerà tutte le speranze tanto attese, riempirà i vuoti che si sono scavati dentro, ci amerà come meritiamo e soprattutto come vogliamo noi ... basta avere pazienza, basta lavorarci su, ma ... prima o poi ... il sogno si avvererà. 
Hanno voglia tutti a dire che la felicità te la devi cercare dentro, hanno voglia a predicare che da te deve partire questo riempire, questo coltivare, questo creare, questo amare ... Il bambino che è dentro di noi e che è rimasto fermo in quell'attesa, non demorde. Lui vuole che qualcuno lo renda felice.
Nel frattempo però si comporta in maniera strana ...
Cerca di essere presente con tutti, di fare felici tutti, di consolare tutti, di prendersi cura di tutti ecc... ecc... Ogni suo gesto in realtà dice: "Questo è il modo in cui voglio essere amato. Guardatemi!" 
In quel modo di amare sostanzialmente c'è l'attesa, c'è l'aspettativa di avere quell'attenzione che si anela e che non basta mai. E allora non è amore, è un "compenso", qualcosa che mi devi per averti dato. 
In ogni caso non posso lasciarti andare, non posso nemmeno muovere un passo verso quella direzione, continuo a mentirmi e a lasciarmi sopraffare dagli inganni della mente, perchè posso sopportare che tu mi lasci ... sono abituato ad essere "abbandonato", ma non posso farlo io, perchè se lo faccio io il senso dell'abbandono è doppio; sento il tuo ed il mio riflesso dentro di te. E' abbandono al quadrato e si scatena il finimondo.
Allora resto lì. Rendo infelice me e anche te, continuo a restare nell'attesa di quello che mi "devi" dare, di quello che "devi" capire, di quello che "devi" provare ... ed io sarò qui fino ad allora, con il mio atteggiamento infantile, chiuso in quel boxe di emozioni devastanti, attaccato alla tua gamba, mentre ti succhio energie come si succhia latte da un biberon.
E così essere abbandonato ed abbandonare si confondono, si mischiano e non capisci più quando è l'uno e quando è l'altro.
In questo momento, più che mai, so quanto ho abbandonato me stessa e proprio quella bambina che vive dentro di me e sento il bisogno di prenderla in collo e cullarla, farla ridere, giocarci, coccolarla, amarla ... 
Potremmo restare solo io e lei, ma io e lei siamo nate insieme ed insieme moriremo ... chi mai potrà tenerci compagnia se non noi stesse? Chi mai potrà amarci se non ci ameremo noi? Chi mai potrà prendersi cura di noi se non lo faremo insieme reciprocamente?
E allora la guardo negli occhi e le dico ... "E per la vita che verrà ... tu non sarai mai sola! Sotto questo cielo mai!" 
Non abbandonate il bambino che è in voi ... Non fatelo più!