martedì 31 dicembre 2013

UN ANNO DA "RISTRUTTURARE"

Chi non è pieno di buoni propositi per il nuovo anno? 
Si guarda l'oroscopo, si fanno delle valutazioni e dei bilanci e poi ci si immagina "diversi" da come si è stati fino ad oggi. La proiezione immaginativa carica di speranze e di "nuovo" richiede però delle promesse, dei cambiamenti, delle condizioni che io definirei "trampolini di lancio"!
Riflettendo quindi su quelli che sono i miei obiettivi, direi che il mio arco e la mia freccia devono puntare verso il centro di questi bersagli:
- Credere di meritare amore per me stessa e per la mia vita. Imparare davvero a volermi bene, a pensare di più ai miei bisogni e quindi concedermi il lusso di ascoltare il mio cuore e dare voce alle mie necessità. Credere che posso meritare tutto l'amore che ci può essere, in ogni sua forma. 
- "Scegliere" le persone con cui condividere, non più farsi scegliere da loro, a seconda delle loro lune e dei loro bisogni momentanei. In ogni persona c'è del buono, ma ci sono periodi in cui le loro dinamiche possono contribuire ad affondarmi e adesso ho bisogno di altro.
- Selezionare le parole da pensare e da dire. Questo significa controllare i pensieri negativi e le parole "cattive". Parlare o pensare male, di se stessi, di una certa situazione, di qualcuno, non fa che alimentare il malessere ed attira solo sventura. Meglio tacere che creare ulteriori disagi.
- Usare più ironia in qualsiasi situazione. Non sarcasmo ma vera e propria ironia. Anche autoironia ovviamente, perchè in fondo c'è sempre un paradosso in ogni cosa ed in noi stessi. Appuntarsi un eventuale corso di comicità o comicoterapia da fare durante l'annata.
- "Godermi" e ripeto godermi, ogni cosa bella che arriva e che c'è. Non ci sono mai riuscita ed è arrivato il momento di farlo!
- Dedicarsi al lavoro con maggiore attenzione e costruttività. Dare vita alle mie idee senza aspettare che cada la manna dal cielo. Crederci, stimolarle e portarle avanti. Io sono l'unica che può farlo, nessuno può sostenerle al posto mio.
- Avere degli spazi "miei", spazi di solitudine, di silenzio, di pace, lontani da qualsiasi rumore mentale o sociale.
- Diminuire le sigarette ed aumentare l'esercizio fisico. Quest'anno faccio 50 anni e ci voglio arrivare meglio di quello che pensavo, quindi gambe in spalla e muoversi ...
- Diventare "creatipara" da sola o insieme ad un gruppo di donne che abbia voglia di sentire la propria straordinaria capacità creativa. Bello sarebbe scrivere un nuovo libro ... il titolo ce l'avrei già!
- Avere fede, affidarsi, credere a qualcosa di superiore che ci guida sempre. Lo so per certo, ma ogni tanto me lo dimentico!
- Continuare a dare aiuto ed amore a piene mani e senza aspettative. Questo sarebbe davvero un bel traguardo, direi una benedizione!
Ce ne sarebbero altri, ma non voglio mettere troppa carne al fuoco. Alcuni di questi possono apparire semplicissimi, io li voglio definire "possibili, ma lavorandoci di petto" ... si inizia da ora ad usare parole diverse. 
Ed i vostri propositi quali sono? Quali promesse vi fate? Quali sono le cose che considerate indispensabili per il nuovo anno? Fatevene almeno un'idea altrimenti brancolerete di sicuro nel buio ... 
Io adesso stampo e appendo, così almeno non corro il rischio di dimenticarmene.
Un abbraccio di luce a tutti e un "ristrutturato" buon 


    

venerdì 27 dicembre 2013

Creatipara

Qualche giorno fa mi sono fatta, nottetempo, un giro in ospedale ... per cosa? Per uno dei miei soliti "parti" inutili. Avevo dei dolori mestruali così forti da urlare dalla disperazione. Mi sembrava di avere un cane mordace nell'utero che mi dilaniava e, siccome il 118 non veniva e la guardia medica nemmeno, un girino al pronto soccorso me lo sono guadagnato tutto.
Dopo una bella endovena di antidolorifico ed una sommaria visita medica, mi hanno dimesso con tanti saluti ed una piccola cartella. 
Ecco ... su quella cartella c'era scritta una parola che ho trovato orribile: NULLIPARA.
Nullipara è la donna che non ha avuto figli ... e quel nulla ti dice in un monosillabo cosa sei. Nulla!
Nulla è una parola che ricorda l'invisibilità, il vuoto, l'assenza, l'incapacità, l'impotenza ... Il nulla è il nulla ... Come nella favola de "La storia infinita", il NULLA è un mostro che avanza e che divora il mondo di Fantàsia. In questa frase è racchiuso tutto il significato: il nulla divora la creatività.
Essendo io una Nullipara (nome che sembra avere quasi una certa altisonanza) dovrei considerarmi una nullità. 
Certo, una donna che non è riuscita ad avere figli, bene non si sente; sicuramente ha un senso di incompletezza e senza dubbio si sente menomata ... ma è davvero nulla?
A livello naturale ed emotivo è come sentirsi "castrate" ... a meno che non sia stata una scelta, questa è la sensazione che si prova e chi vive, o ha vissuto, questa condizione, lo sa. 
Le persone che incontri per un certo periodo di tempo ti domandano: "Ma bambini?" ... ad un certo punto smettono di chiedertelo e poi sembra che smetti di chiedertelo anche tu, ma non è così! Una vocina sottile, nel profondo di te, continua a dire: "Perchè no? Perchè io no? Che cosa ho fatto per non avere questo bene? Perchè? Perchè? Perchè?" ... Annaspi, cerchi delle colpe, credi che sia una sorta di punizione superiore, tenti di consolare quel dolore, cerchi di riempire quel vuoto e, in certi momenti ci riesci anche, più che altro eviti di pensarci, ma ci sono momenti in cui senti che quella voragine ti ingolla e che diventa sempre più profonda. Il Natale è uno di quei momenti.
Poi vedi donne gravide ovunque, le tue amiche aspettano tutte un bambino, i parti fioccano come neve a febbraio e tu vedi solo rosso di mestruo e di rabbia. 
Che dire? E' la storia di noi "Nullipare!" ... Un fardello pesante da portare sulle spalle e, nell'indifferenza totale, non essendo una malattia ma una condizione, molte di noi non riescono a superare questo dispiacere mai e spesso cadono in uno stato confusionale o depressivo. 
Quella parola è stato un vero schiaffo in piena faccia. Dato bene!
E' vero! Con tutta l'amarezza che ho nel cuore io devo concludere che non avrò mai il bene di essere chiamata "mamma" e che, a questo punto della mia vita, non posso illudermi nè di averlo, nè di crescerlo, nè di cullarlo, nè di raccontargli favole o di cantargli la ninna nanna ... non lo vedrò mai sorridere, non potrò abbracciarlo, nè consolarlo ... però posso fare un'altra cosa, posso partorire me e posso aiutare altre persone a partorire il loro Sè. Quello nascosto, quello dimenticato, quello trascurato ... quel Sè che è creazione a prescindere.
Belle parole, che non hanno il potere di consolare, che suonano bene come un'arpa melodiosa, ma che forse non cureranno mai il vuoto che sento ... 
Comunque sia, per adesso, tutto quello che posso fare, è chiamare il mio stato "CREATIPARA" ... un essere che crea! Perchè creare significa "fare dal nulla" ... senza ovuli e spermatozoi ... La Divinità ha creato dal niente, dal caos, e se io sono parte della divinità, se io ho dentro di me una scintilla divina, dovrà pur esserci un senso a tutto questo? O davvero è solo una punizione? O davvero non c'è speranza?
A tutte le donne "creatipare" va il mio pensiero ... Create a sfare, creiamo insieme qualcosa ... Un nuovo mondo, una vita diversa, un sole che scaldi il nostro cuore e che faccia crescere erba verde nei nostri prati ...
Buon anno a tutte le Creatipare che conosco e a quelle che non conosco ... Vi porto nel cuore!
Lucia




   

lunedì 9 dicembre 2013

L'abbandono ... la grande bestia!

La parola "abbandono" viene dal francese "à bandon", che significa "al bando"! L'abbandono è quindi una forma di esclusione definitiva, in cui ci si sente messi "fuori" ... da un gruppo, dalla famiglia, dagli amici, dalla persona amata ... dal mondo.
Non esiste una sola forma di abbandono, ne esistono tantissime ... non ascoltare, ignorare completamente i bisogni ed i dolori dell'altro, far sentire l'altra persona inutile, sbagliata, incapace ... ma la forma più terrificante di abbandono che usiamo è quella verso noi stessi. 
Ogni volta che procediamo senza attenzione verso i nostri sentimenti, le nostre emozioni e la nostra dignità, noi ci abbandoniamo e quel vuoto diventa una voragine che nessuno al mondo può colmare.
Possiamo incolpare tutti, possiamo anche percepire che umanamente c'è grande incomprensione verso quello che siamo e quello che vogliamo, che ci sentiamo soli, che non ci sentiamo ascoltati nel profondo, ma finchè ci aspettiamo dagli altri l'amore ed il rispetto che per primi dovremmo fornire a noi stessi, quel senso di solitudine non sparirà. Potrà acquietarsi in alcuni momenti, anche per lunghi periodi, quando crediamo di aver ottenuto qualcosa, quando abbiamo un nuovo amore, una cosa importante di cui occuparci ... ma presto o tardi tornerà a fare capolino, a chiedere giustizia, fino a ritornare ad essere il mostro che è sempre stato. 
La mia vita ha ruotato costantemente intorno a queste parole: "Non abbandonarmi!" ... e regolarmente è successo, perchè ero talmente concentrata sulla paura dell'abbandono che, in un modo o nell'altro, questo demone cambiava sembianze ma restava sempre uguale a se stesso. Se sei concentrata solo su questo, se tutte le tue energie sono rivolte a questo, se abbassi così il prezzo della tua vita ... gli altri si adegueranno e ti accontenteranno. 
E' bello avere qualcuno vicino a cui dare il buongiorno e la buonanotte, è bello avere la speranza che quella persona o quelle persone potrebbero cambiare il corso della tua vita, ma non succederà ... la prima ed unica persona che ha in mano tutte le carte da giocare sei tu, sono io, il resto arriva e resta stabile, quando noi impariamo a volerci bene davvero.
Stamani ho fatto una cosa che non facevo più da tanti, tanti anni ... era un esercizio che mi avevano consigliato quando soffrivo di attacchi di panico. Mi sono guardata allo specchio e ho detto: "Buongiorno amore" e mi sono buttata un bacio ... Può sembrare ridicolo, lo so, ma è uno dei tanti piccoli esercizi che ci istruiscono su come iniziare a prendersi cura di sè. Subito dopo averlo fatto mi sono scese le lacrime ... perchè ho avuto la sensazione che l'immagine riflessa mi rispondesse: "Ti prego, non abbandonarmi più!" ... Ed io le ho risposto: "Cercherò di non farlo ... te lo prometto!"
Buon inizio settimana a voi ... e vogliatevi bene. 

Lucia